Poemetto di Thomas Stearns Eliot: di cosa tratta “La terra desolata”? Quando è stato composto?
Molti libri esposti in libreria oppure in biblioteca sono stati scritti e pubblicati in alcuni casi recentemente, mentre altri molti anni fa.
Alcuni sono stati ristampati perché erano troppo vecchi; in alcune librerie è presente anche l’angolo dei libri usati in cui i libri sono molto vecchi e usati e li vendono anche a poco. Oggi parliamo di un libro che si chiama “La terra desolata” di Thomas Stearns Eliot, vedremo di cosa parla, quando è stato scritto e pubblicato.
Di cosa tratta “La terra desolata”? Quando è stato composto?
“La terra desolata” è un piccolo poema che fu considerato un capolavoro della poesia modernista. Prima venne pubblicata su una rivista per iniziare a farsi conoscere, poi venne creato il volume con le note dell’autore.
Già dal titolo e dall’immagine della copertina si può intuire che le poesie sono dedicate a momenti storici realmente accaduti a partire dall’epoca medievale, quando i cavalieri dovevano attraversare larghe terre desolate per cercare di recuperare i tesori perduti come il Santo Graal, ma molte sono anche le poesie dedicate alla Prima Guerra Mondiale, alla crisi avvenuta subito dopo e anche alla Londra in cui l’autore viveva.
Ogni poesia è dedicata anche ad un diverso personaggio realmente esistito oppure scritto da altri loro autori e colleghi, il primo infatti fu Charles Dickens che in un suo romanzo disse una particolare frase diretta alla polizia londinese (anche lui viveva lì in quel periodo).
Altri autori e personaggi a cui fa riferimento nelle sue poesie sono Ovidio, Baudelaire, Joseph Bédier (autore di Tristano e Isotta), Dante e Richard Wagner. Un personaggio poi emerge tra le righe delle poesie ed è Tiresia, un personaggio conosciuto nell’Odissea di Omero che invece nelle sue poesie ha un compito importante, ovvero è l’alter ego dell’autore stesso ed è stato messo per distrarre l’autore durante la lettura.
In altre poesie Eliot cambia anche lingua e mette frasi greco-latine perché parla di personaggi antichi come Sibilla, la celebrante del Dio Apollo che viveva e faceva i suoi oracoli a Cuma, il suo più grande desiderio era quello d’invecchiare senza mai poter morire, il Dio Apollo esaudì il suo desiderio ma venne rinchiusa in un’ampolla e fu anche tormentata da dei ragazzi.
Importante poi fu anche la poesia chiamata “Il miglior fabbro”, essa non era solo dedicata ad una frase di Dante detta al Purgatorio, ma era dedicata al suo amico Ezra Pound per avergli revisionato il suo lavoro una volta che l’ebbe concluso, fu un modo di ringraziarlo.
Questi ed altri momenti importanti sono presenti tra le pagine e tra le parole ed anche i simbolismi sono altrettanto fondamentali per aiutare a capire la sua idea principale di racconto e di spiegazione del capitolo. Presenti poi sono le carte dei tarocchi che sono legate alle varie leggende arturiane, inoltre fa capire che la maggior parte di esse le ha inventate lui.
Come scritto prima, questo poema venne pubblicato nel 1922, in quel periodo era da poco tempo terminata la Prima Guerra Mondiale e molte città ne portavano i segni come anche la povertà ed il degrado della popolazione.