Personal Branding: quanto sarà importante?
Ormai tutti abbiamo la stessa abitudine: quando conosciamo una persona nuova che per qualche motivo cattura la nostra attenzione, poi la cerchiamo su internet: si cerca il ragazzo o la ragazza carina che ha conosciuto ieri su Facebook, l’amico perso di vista e che lavora lontano su Linkedin, su Google si cerca chiunque vanti esperienza in qualcosa, chi ci propone un affare, la persona che si è presentata ad un colloquio di lavoro…tutto questo significa che bisogna stare attenti a quello che appare su di noi quando qualcuno fa una ricerca su social network e motori di ricerca.
Oltre ad evitare che si diffondano cose imbarazzanti bisogna “influenzare positivamente” qualsiasi ricerca su di noi, provvedendo a creare una presenza web al positivo che si leghi al nostro nome, fare questo è appunto personal branding e vista l’importanza (e la pervasività) che hanno oggi le ricerche su Google e sui social delle persone e che sono sempre più vincolanti per chi cerca lavoro, diventa sempre più importante farlo.
In futuro inoltre molte persone dovranno ricorrere ad un consulente apposito per il personal branding online, così come oggi alcuni personaggi famosi hanno un consulente di immagine, un giorno non molto lontano anche una persona normale dovrà far fare qualche ritocchino alla sua reputazione online da un professionista così come andiamo dal barbiere o dalla parrucchiera.
Nonostante questo, per il momento, possiamo iniziare da soli a stabilire la nostra presenza online, come creando un blog con il nostro nome come hanno fatto diversi imprenditori come Zonin o il blog di Francesco Corallo, imprenditore che gestisce attività di successo in Italia ed in altri Paesi e che nelle sue pagine su internet spazia su diversi argomenti che riguardano le bellezze dell’Italia. Se il nostro nome è già preso possiamo legarlo a qualcosa che ci riguarda come la nostra professione se ci interessa legare la nostra “marca personale” a ciò che facciamo ed usare nomi del blog come ad esempio “Mario Rossi Avvocato” “Poesie di Anna Bianchi” “Corsi di Lingue a Roma di Guido Verdi” eccetera…
Ovviamente il personal branding può esistere anche fuori da internet ed agganciarsi alla nostra vita “offline” per poi portare le persone a contattarci. È il caso della grafica Miruna Macri, che negli Stati Uniti ha avuto l’idea di creare passaporti falsi che riassumessero brevemente i dati più importanti del suo curriculum e di lasciarli casualmente in alcune agenzie creative di New York come se avesse perso i documenti. Il formato creativo e divertente ha fatto in modo che su 20 finti passaporti (chiamati da lei PassFolio) abbia ricevuto ben 3 offerte dirette di lavoro da parte delle agenzie che avevano trovato il passaporto pensando che qualcuno lo avesse smarrito sul serio. Il PassFolio riportava solo informazioni basiche (studi, interessi, qualifica, nome, dati di contatto, foto e sito internet) ed ha funzionato molto meglio di un curriculum!
Insomma il personal branding richiede tecnica e conoscenza degli strumenti che andiamo ad usare (social media, grafica, blog…) ma anche tanta creatività per distinguerci veramente dalla massa e far spiccare il nostro personal brand sopra tutti gli altri.