Le sanzioni contro la Russia influenzano i mercati
Le sanzioni varate da USA e UE contro la Russia di Putin potrebbero avere un impatto negativo sulla timida ripresa economica del Vecchio Continente. È questo il timore degli analisti finanziari rispetto alle contromisure annunciate questa mattina.
Il pacchetto di provvedimenti colpisce finanza, difesa ed estrazione petrolifera. Già nei giorni scorsi, in attesa di una reazione occidentale all’aggressiva politica estera moscovita, si sono sentiti i primi effetti concreti sui mercati finanziari. L’incertezza politica ha contribuito ad aumentare la volatilità con marcate conseguenze soprattutto sul forex (segui il link per verificare le fluttuazioni in tempo reale).
Nei giorni scorsi il mercato valutario ha visto il rublo indebolirsi rispetto a quasi tutte le principali divise, ma al di là delle oscillazioni delle singole valute gli operatori si aspettano prolungata instabilità nel corso delle prossime due settimane.
La motivazione ufficiale per l’emissione delle sanzioni è il mancato rispetto degli accordi di Ginevra, patto che definiva le strategie per ridurre le tensioni in Ucraina. Vediamo ora nello specifico in che modo viene colpita l’economia russa. Innanzitutto, l’antefatto. Le sanzioni sarebbero state decise lunedì 28 nel corso di una conference call tra Obama, Hollande, Merkel, Renzi e Cameron per poi essere approvate dagli organismi comunitari. Sono stati dunque USA, Francia, Germania, Italia e Regno Unito a ritenere necessario l’intervento nella crisi ucraina. Enorme peso ha avuto, a livello soprattutto emotivo e d’immagine, l’abbattimento dell’areo di linea della Malaysia Airlines.
In generale, l’impressione degli osservatori è che le ritorsioni economiche ufficializzate oggi puntino a colpire il circolo di oligarchi vicini a Putin piú che l’economia russa in generale.
Sul fronte finanziario, nel mirino sono finite le banche russe di proprietà dello Stato. VTB Bank, Bank of Moscow e Russian Agricultural Bank non potranno vendere azioni o obbligazioni a investitori europei o americani. Le istituzioni russe avevano già frenato l’attività sui mercati, visto che in settimana l’Agenzia del Tesoro e il Ministero delle Finanze avevano rinunciato a emettere nuovi titoli di Stato.
Per quanto riguarda energie e difesa, invece, le sanzioni colpiscono le esportazioni future, mentre i contratti siglati restano in vigore. Di qualche giorno fa la scelta di colpire in maniera mirata le persone vicine al Presidente russo: sono sedici i nomi finiti su una black list che prevede bando del visto e congelamento dei beni. Tra questi ben sei funzionari governativi e due persone che appartengono alla strettissima cerchia di amici del Cremlino.