La Madonna di Lourdes, una storia di devozione Lourdes, visita ai luoghi della fede
Nel 1858 Lourdes aveva poco più di 4.000 abitanti quando la Vergine apparve alla giovane Bernadette. Tra l’11 febbraio 1858 e il 16 luglio dello stesso anno si registrarono non meno di 18 presenze. Da quel momento, i pellegrini si recarono a Lourdes per scoprire la Grotta delle Apparizioni accolti nei diversi edifici adibiti alla preghiera. La prima di queste è la Cripta, inaugurata nel 1866 e la Grotta di Massabielle, il luogo stesso delle apparizioni, nel cui cuore si trova la sorgente scoperta da Bernadette. Durante la visita al Santuario, i fedeli possono portare l’acqua da Lourdes. Per le bottiglie di piccola capacità, vi sono dei rubinetti situati tra la Grotta delle Apparizioni. I fedeli possono altresì decidere, una volta tornati dal viaggio, di ricordare questo momento di fede acquistando le statue della Madonna di Lourdes.
Ogni anno migliaia di volontari e personale ospedaliero partecipano alla vita del Santuario. Il Santuario di Lourdes è aperto tutto l’anno. A seconda del periodo, è possibile avere un programma specifico con gli orari delle diverse celebrazioni presso il centro informazioni del Santuario.
Luoghi di culto e luoghi sacri
“Numerosi sono i luoghi santi per il cristianesimo diffusi nel mondo. C’è un intero insegnamento, a partire dai Vangeli, che corrobora la possibilità stessa che esistano luoghi privilegiati del rapporto con Dio.”
Una certa tradizione cristiana insegna la totale interiorizzazione e umanizzazione del fatto religioso. Tuttavia, anche prima del IV secolo, alcuni memoriali acquistano un valore particolare. Alcuni sono quelli che diventeranno i luoghi santi della Palestina, luoghi segnati dalla presenza terrena di Gesù; gli altri sono i luoghi legati ai martiri, in genere la loro tomba, più raramente – e spesso più tardi – il luogo delle loro torture. Ma dalla fine del IV secolo, il rapporto tra santuari e luoghi di culto è cambiato con la pratica della deposizione delle reliquie nelle chiese.
Il rapporto tra un luogo santo e un luogo di culto è infatti capovolto:
- Non si tratta più di costruire una chiesa su un luogo santo,
- La chiesa diventa un luogo santo introducendo un elemento santificante;
- Le reliquie sono spesso chiamate anche sacraria, in particolare nei testi normativi relativi alla consacrazione delle chiese.
La comparsa dei luoghi di culto
Il pragmatismo che aveva ispirato le disposizioni del culto cristiano prima del 312 domina anche le prime costruzioni della pace della Chiesa. Molte delle nuove chiese sono ricostruzioni di edifici distrutti durante la persecuzione. Le realizzazioni materiali confermano questa funzione primaria del luogo di culto.
I modelli architettonici scelti per le chiese più antiche riflettono principalmente questo carattere. Non si tratta di seguire il modello dei templi pagani, dove l’edificio ospita solo statue divine e sacerdoti iniziati. Non si tratta neppure di trarre ispirazione dal modello architettonico del tempio di Gerusalemme, la cui distruzione ha sancito solo materialmente la sua squalifica come “casa di Dio” Il carattere funzionale di questi edifici non impedisce il tentativo di attribuire loro un valore simbolico. Ciò è espresso forse già nell’insieme, ma il linguaggio iconografico cristiano è ancora agli inizi; è formulato soprattutto nei discorsi che danno alle chiese di pace costantiniane un’immagine che può essere fuorviante, se presa alla lettera.
L’enfasi sulla natura metaforica della costruzione della chiesa, e la sua mancanza di valore intrinseco, si è riunito almeno dalla fine del IV secolo, un’evoluzione della sensibilità cristiana. Quest’ultimo tende a vedere nella chiesa un luogo religiosamente privilegiato, dove la presenza divina è più forte che altrove.