Guerre e recessione Italia: le borse si tingono di rosso
Pessima giornata, quella di ieri, per i mercati finanziari e in particolare per Piazza Affari che ha fatto registrare una settimana borsistica decisamente disastrosa. A farla da padrone sono state le notizie giunte dagli USA dove il presidente Obama ha autorizzato il bombardamento mirato su alcuni obiettivi strategici in Iraq e quelle relative alla recessione Italiana.
A complicare il tutto ci si è messa anche Il Monte dei Paschi di Siena, la banca più antica del mondo che a giugno ha fatto registrare una perdita di otre 353 milioni. Inutile dire che il titolo è sprofondato in borsa perdendo, nell’arco di una settimana, il 30% del proprio valore.
Eppure la banca toscana aveva appena raggiunto l’accordo con i sindacati per gestire gli oltre mille esuberi chiesti dalla Ue: i lavoratori potranno andarsene su base volontaria e percepiranno mediamente l’83-85% del loro stipendio. In sostanza, potranno accedere al Fondo di Solidarietà (che coprirà le spese), facendo domanda entro il 26 settembre, tutti quelli che hanno maturano i requisiti pensionistici ‘Ago’ (assicurazione generale obbligatoria, ndr) entro il 31 dicembre 2019.
Insomma tra i venti di guerra in Iraq che vanno ad aggiungersi a quelli in Palestina e Ucraina, la forte recessione italiana e il caso Mps le borse hanno avuto solo l’imbarazzo della scelta: motivi validi per alleggerire i titoli in portafoglio ce ne erano davvero molti. Peccato, perchè le buone notizie relative alle esportazioni cinesi facevano ben sperare, con una crescita record del 14,5% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Agli ottimi dati della Cina va ad aggiungersi anche la Germania visto che la bilancia commerciale ha fatto segnare a giugno 2014 un surplus corrente di 15 miliardi di euro.
Per quanto riguarda l’Italia sono state piuttosto eloquenti le parole del presidente della Bce Mario Draghi che ha sottolineato, ancora una volta, come “Uno dei componenti del basso Pil italiano è il basso livello degli investimenti privati dovuto all’incertezza sulle riforme, un freno molto potente che scoraggia gli investimenti”. Secondo Draghi per “i Paesi dell’Eurozona è arrivato il momento di cedere sovranità all’Europa per quanto riguarda le riforme strutturali”.