Erasmus plus: la ricetta dell’Ue alla disoccupazione giovanile

Erasmus plus: la ricetta dell’Ue alla disoccupazione giovanile

erasmus-plusCome tutti ben sappiamo ormai oltre il 40% dei giovani italiani è disoccupato, ossia non studia e non lavora. Si tratta di una percentuale altissima ma che in altri paesi europei può superare anche il 50%. Un aspetto sociale drammatico che l’Ue sta cercando di combattere anche attraverso il programma Erasmus plus, un sistema di finanziamento per lo studio con un budget di ben 14,7 miliardi di euro.

In sostanza Erasmus plus fornisce dei finanziamenti agevolatissimi a tutti quegli atenei ne facciano richiesta con l’obiettivo di migliorare la formazione dei giovani e di offrire, quindi, nuove opportunità ad oltre 4 milioni di giovani europei che al momento sono tagliati fuori da un certo tipo di formazione.

La richiesta di adesione al programma può essere effettuata da un qualsiasi organismo pubblico o privato che, ovviamente, sia attivo nei settori dell’istruzione, della formazione, della gioventù e dello sport. In alcuni particolari casi specifici è concessa l’adesione anche ai gruppi di giovani che sono attivi nell’ambito dell’animazione socioeducativa.

Rientrano nel programma tutte le strutture sopracitate dei paesi membri dell’Unione ma, anche, i paesi in via di adesione e la Confederazione Elvetica grazie ad un accordo bilaterale tra l’Ue e i vertici del paese.

In definitiva possiamo dire che seppur non rappresenti una soluzione “definitiva” al problema della disoccupazione giovanile Erasmus plus rappresenta comunque un importante passo in avanti dell’Unione Europea a combattere quello che da molti è stato soprannominato il male del 21° secolo. Un male, quello della disoccupazione giovanile, che oltre ad avere dei pesantissimi risvolti sociali rappresenta, anche, un enorme freno per la ripresa economica.

Perchè per dare vita ad una vera e propria svolta economica ed essere competitiva a livello globale, l’Europa non può permettersi di avere milioni di giovani tagliati fuori dal mondo del lavoro e, sopratutto, senza un livello di istruzione di alto profilo.

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